Un viaggio di due settimane, una meta lontana, tante ore sulla moto con soste ridotte allo stretto indispensabile.
E' ciò che faccio ogni anno da tanti anni a fine maggio, solo o in compagnia.
Quest'anno avevo progettato un viaggio in compagnia di Giovanna, mia moglie.
Avevo acquistato la RT ad ottobre proprio per darle un buon comfort, avevo progettato di partire da Amburgo e arrivare a Berlino utilizzando il servizio offerto da Verona dalle Ferrovie Tedesche.
Poi a inizio anno tutto è cambiato, la morte del nostro amico Giorgio ha fatto sì che io preferissi non portare Giovanna in moto per qualche tempo, decidendo in un primo momento di partire in solitaria, la mia soluzione preferita per la Scandinavia.
Poi ho pensato all'amico Luca, mio compagno lo scorso anno, poi la proposta di Oscar, al quale non avrei mai pensato sapendo che nei suoi viaggi è sempre stato accompagnato dalla moglie Marinella.
Ha preso forma così l'idea di partire in tre con tre moto.
Mesi di preparativi: itinerario, tempi, modi, pernotti.
Viaggiare solo è un conto, con altri tutto deve essere chiarito anticipatamente.
Poi la disdetta di Luca quando già Oscar era arrivato a casa mia la sera prima della partenza.
Con Oscar mi sono trovato molto bene, i nostri ritmi di viaggio sono sempre stati perfettamente coincidenti, da parte mia nessuna rinuncia come credo anche per lui.
L'incidente della renna in Svezia non ha minimamente inciso nè sui tempi nè sui ritmi, e neppure sulla spensieratezza con cui entrambi avevamo iniziato l'avventura.
La fortuna mi ha aiutato, tutto è andato a meraviglia.
Un grazie a Oscar per avermi permesso di utilizzare molte sue foto.
mercoledi 25 maggio - La vigilia della partenza
Normale mattinata di lavoro, certo la testa non è qui.
Pomeriggio dedicato nella prima parte a Giovanna, un po‘ di relax al castagneto del Monte delle Formiche.
Luca in serata mi avverte che deve rinunciare al viaggio per motivi
personali, una notizia inaspettata; mi dispiace veramente e anche Oscar,
arrivato da poco da Perugia per poter partire insieme domani mattina, ne è
sorpreso e dispiaciuto dopo tanti programmi di cui si è discusso da
mesi.
L'arrivo di Oscar a casa mia |
Poi la cena e tutti a nanna, la sveglia è per le 4 ma dormire sarà dura
con in testa la smania di salire in moto e puntare a Nord.
giovedì 26 maggio
Alle 4,50 siamo sulle moto dopo una foto insieme sotto casa.
Giornata ottima, bel tempo, traffico fluido, mediamente una sosta di 15 minuti ogni due ore, velocità costante.
giovedì 26 maggio
Alle 4,50 siamo sulle moto dopo una foto insieme sotto casa.
Giornata ottima, bel tempo, traffico fluido, mediamente una sosta di 15 minuti ogni due ore, velocità costante.
E’ il mio modo, pienamente
condiviso da Oscar, per fare molta strada senza stancarsi troppo e per
evitare di perdere concentrazione.
Interrompiamo la monotonia dell’autostrada a Innsbruck per riprenderla al confine tedesco, autostrada A7.
Poco dopo le 18 usciamo a un centinaio di kilometri da Hamburg.
E‘ mancato solo Luca !!
Tutto il resto perfetto.
RT ottima in tutto, sono molto soddisfatto.
venerdì 27 maggio
Oggi poco più di seicento km sotto la pioggia, fino all’imbarco ad Hirtshals (DK).
Di colpo il sole, a Kristiansand (N) alle 20,30 un sole limpidissimo, temperatura frizzantina, ci mettiamo subito in moto.
In 40 km sulla 9 siamo al Camping, avevo telefonato aspettando la nave.
Il gestore sta giocando a
freccette con alcuni amici, subito ci scambiano per spagnoli, Oscar dice
ad alta voce che “semo italiani”.
Sembrano tutti piuttosto bevuti.
L’accoglienza si fa più
calorosa, otteniamo in regalo i gettoni per la doccia, più tardi il
gestore passa con evidente intenzione di attaccar discorso ma noi
fingiamo di non capire e in pratica gli diamo dell’aria.
Il bungalow è accogliente ma i servizi, peraltro decenti, sono un po’ troppo lontani.
In seguito, quando possibile, preferiremo bungalow con servizi interni.
Domani si comincia sul serio.
sabato 28 maggio
Siamo saliti verso
Haukeligrend sulla 9, a metà strada una lunga deviazione per lavori ci
ha fatto scoprire nuovi luoghi, strada stretta ma fondo e curve ottimi;
da qui ad Odda, dove abbiamo deciso di prendere verso Stryn.
In questa zona non ho mai visto renne, il traffico è scarsissimo, profittiamo per divorare strada.
Molta pioggia tutt’oggi, non troppo freddo anche se sopra i 1000 metri era neve che picchiava sulla visiera.
Alle 19,30 ci siamo fermati a una sessantina di km da Stryn a Byrkjelo, dopo 588 kilometri e 12 ore in sella.
Con la pioggia l’attenzione è al massimo.
La fame come sempre è da lupi.
domenica 29 maggio
Alle 7 eravamo a Stryn e abbiamo cambiato tutto, decisione improvvisa, ad entrambi è venuta la stessa idea.
Scegliamo la 15, Lom, Vagamo, lo sterrato per Dombas poi E6 fino a Svenningdal.
La 258 chiusa come sempre in questa stagione, purtroppo: la feci nel 1985, in luglio, se potrò tornerò ad agosto per rifarla.
Lo sterrato, terra battuta
molto ben tenuto in quanto a pedaggio, lo scoprii anni fa, ero con
Giovanna in auto, non vedemmo nulla al di là del nostro naso per la
nebbia, ma quel giorno decisi che l’avrei rifatto in moto, con la
Basic.
Di nuovo in auto con Giovanna nel 2009, tempo bello, di nuovo il proposito di portarci la Basic.
Mai avrei pensato di farla invece con una RT, moto mai presa in considerazione nel periodo GS - Adv.
Un po’ di attenzione, la moto non è un fuscello e in caso di caduta i danni potrebbero essere ingenti.
Un tratto divertente, senza nessuno o quasi, niente pedaggio: le sbarre predisposte si alzano automaticamente avvicinandosi.
Merito forse della bassa stagione.
Un po’ di pioggia al mattino, bellissimo sullo sterrato poi caldo a Trondheim poi di nuovo acqua.
Ci siamo sciroppati 796 km in 12 ore.
A Svenningdal ci fermiamo in un camping dove
amo fermarmi, il mio Hytter preferito è occupato da motociclisti
tedeschi, ne ottengo un altro identico.
La prima volta nel 2003 mi chiesero 400 NOK, anni dopo 450, oggi 500.
Anche qui difficilmente qualcosa cala, in particolare la benzina.
Allora era intorno a 10,00 NOk, oggi quando va bene si superano e non di poco le 13,00 NOK.
lunedì 30 maggio
lunedì 30 maggio
Pronti
alle 6,50, per la sera abbiamo deciso di fermarci prima del solito per
fare tutto con calma: mangiare e risistemare il bagaglio.
Tempo bello fino al Circolo
Polare, dove siamo giunti verso le 10, cioccolata calda, poi di nuovo
pioggia con qualche breve periodo di tregua.
Abbiamo sempre viaggiato, poche soste per rifornimento e uno spuntino a bordo strada.
Fermi a Buktamo in un bungalow ben attrezzato, camere separate, NOK 600, proprio all’incrocio fa E6 e la strada 855 per Senja.
Domattina decideremo se dirigere verso Senja, in base alla stagione.
martedì 31 maggio
Da quando ho conosciuto Luca ho messo in programma una visita all’isola di Senja, me ne ha parlato più volte entusiasta.
Alcuni tratti lungo
l’oceano mi hanno ricordato le Lofoten, piccole spiagge chiare e
insenature con un’acqua verde e limpidissima.
Ripresa la E6
abbiamo raggiunto Tromso e da qui Mikkelvik, dove avremmo dovuto traghettare e fare un tratto a piedi fino al Toftefjord, un piccolo fiordo in cui iniziò una eroica avventura durante l’occupazione tedesca (II guerra mondiale).
abbiamo raggiunto Tromso e da qui Mikkelvik, dove avremmo dovuto traghettare e fare un tratto a piedi fino al Toftefjord, un piccolo fiordo in cui iniziò una eroica avventura durante l’occupazione tedesca (II guerra mondiale).
Il tempo che il traghetto
ci avrebbe concesso era insufficiente per fare i circa 5 km a piedi per
raggiungere il fiordo per cui siamo tornati indietro e abbiamo trovato
un Hytter a Skibotn, dopo 651 km. dal mattino
Una parentesi di riposo in una bella giornata di sole, dimenticando per un giorno la meta.
mercoledì 1 giugno
mercoledì 1 giugno
Oscar è stato a Capo Nord in moto nel 2009 in compagnia della moglie Marinella ma la giornata fu pessima come tempo, vento, pioggia, freddo.
Io mi ci fermai lo scorso anno con Luca, giornata grigia.
Oggi le previsioni
sono ottime, dunque decidiamo di fermarci nel tardo pomeriggio pochi
kilometri prima, a Skarsvag, nel camping dove Oscar alloggiò nel 2009,
anzi chiediamo e otteniamo lo stesso Hytter, il numero 15, e subito dopo
una fugace puntata al Capo Nord.
Dopo
cena saliamo di nuovo verso le 22,30: si preannuncia una mezzanotte
senza nuvole (ma c’è un vento con raffiche violentissime, mettiamo le
moto sulla stampella laterale col naso controvento) ed è anche prevista
un’eclissi parziale.
Restiamo
sul piazzale fin verso la una sperando di poter portare le moto sotto
il mappamondo per immortalare l’avvenimento ma l’accesso ci viene negato
fermamente.
Guardiamo il filmato a schermo panoramico, bello ma preferivo la versione precedente.
Torniamo alla base contenti ma anche un po’ delusi.
giovedì 2 giugno
Lasciamo l’isola dopo esser riusciti finalmente a portare le moto sotto il mappamondo
e dopo una veloce visita a Gjesvaer,
col bel tempo ci vado sempre, mi evoca ricordi belli: un viaggio (1984) con mio padre allora settantaquattrenne e mio figlio undicenne, auto e caravan.
Ci rendiamo conto che è una giornata festiva e a Lakselv ci riforniamo di benzina e qualcosa da mangiare presso la stazione di servizio: è tutto chiuso.
Lasciamo la E6 e procediamo lungo la 98 fino a Ifjord, dove pranziamo con un magnum e un caffè, poi incontriamo un lungo cantiere che se per Oscar è un divertimento con la sua Adv per me è motivo di grande attenzione e dolcezza di guida con la mia RT.
Lasciamo l’isola dopo esser riusciti finalmente a portare le moto sotto il mappamondo
e dopo una veloce visita a Gjesvaer,
col bel tempo ci vado sempre, mi evoca ricordi belli: un viaggio (1984) con mio padre allora settantaquattrenne e mio figlio undicenne, auto e caravan.
Ci rendiamo conto che è una giornata festiva e a Lakselv ci riforniamo di benzina e qualcosa da mangiare presso la stazione di servizio: è tutto chiuso.
Lasciamo la E6 e procediamo lungo la 98 fino a Ifjord, dove pranziamo con un magnum e un caffè, poi incontriamo un lungo cantiere che se per Oscar è un divertimento con la sua Adv per me è motivo di grande attenzione e dolcezza di guida con la mia RT.
A Tanabru troviamo un Bungalow un po’ scassato e direttamente procediamo per Batsfjord, la meta.
Tralasciamo Berlevag, più a ovest, visitata nel 2009 con Giovanna (ma in auto, dovrò tornarci con lei in moto).
Poi
di nuovo a Tanabru per passare la notte, non prima di aver dato una
ripulita alle moto presso la stazione di servizio.
Le moto ringraziano.
venerdì 3 giugno
Alle 6 piove simpaticamente, alle 7,30 partiamo sotto l’acqua verso
Karasjok, 180 km di E6 in cui regna il nulla, nè traffico, nè polizia,
solo renne.
Mi piace partire sotto la pioggia: qui le strade sono pulite e si gira quasi come sull’asciutto.
In questo tratto ci si può
azzardare a trasgredire, renne permettendo: mettere la RT sui 4mila in
sesta (119 km/h secondo lo Zumo, 125 secondo il tachimetro) e divertirsi
a uscire dalle curve in accelerata. Niente di più, peccato il limite
sia 70 in genere, 80 o 90 nei tratti di ultima costruzione.
In ogni caso si rischia soldi e forse qualche giorno nelle galere locali o l’espulsione con ignominia.
Poi Kautokeino, la Finlandia e la Svezia fino a Jokkomok, quasi 800 km che sono volati.
sabato 4 giugno
Alle 7,30 già in moto, sole, temperatura gradevole. Partenza da Jokkomok direzione sud sulla E45.
Prima di partire ci siamo ripromessi di non passare i 100 km/ora dato l'alto rischio renne.
Dopo un'oretta sono in testa, un gruppetto
di renne a sinistra, come d'abitudine accendo tutti i lampeggianti per
avvertire Oscar che penso sia dietro, ma negli specchietti non c'è;
rallento fino a 80 perchè possa riprendermi senza superare la velocità
stabilita.
Qualche minuto e
all'improvviso mi sbucano da destra due renne dirette verso l'altro lato
della strada, e in un lampo una terza lanciata al loro inseguimento.
La centro in pieno, senza
neppur riuscire a toccare il freno, un botto impressionante e
un'esplosione di peli che per un attimo mi avvolge.
La moto non si sposta,
prosegue dritta, nei pochi istanti successivi al botto un pensiero:
fosse stata una persona o un bambino ....
Mi fermo frenando
dolcemente a una trentina di metri, metto la stampella, spengo e scendo:
Oscar ha visto tutto da una cinquantina di metri, mi vede con la moto
in piedi e si ferma presso la renna che, come poi mi racconterà, ha
fatto tre o quattro piroette fino a finire sul ciglio sinistro, ed è
morta sotto i suoi occhi con il ventre squarciato e tutte le interiora
fuori.
I danni sono notevoli,
carenatura zona radiatore sparita, parafango anteriore con supporto
sinistro spezzato, parte laterale sinistra con i supporti spaccati.
Faro, parabrezza e specchi intatti (il faro saprò poi che si è crepato e dovrà essere sostituito).
Radiatore storto e ammaccato ma non rotto (andrà però sostituito).
Arriva Oscar, mi dice della renna, non ho la forza di vederla.
Valutiamo il danno, la meccanica è intatta.
Un bel po' di nastro americano e Oscar in pochi minuti rimette la moto in grado di ripartire.
Oscar si accinge alla riparazione |
Dall'impatto alla ripartenza non è transitato nessuno.
Fra le mie sensazioni e la descrizione di
Oscar queste le mie conclusioni: la ruota anteriore è passata sotto la
pancia poco davanti le zampe posteriori, la botta è stata tutta a carico
della carenatura del radiatore, che in parte ha colpito il radiatore
appunto e in parte ha aperto il ventre al povero animale.
La renna era lanciata
verso la mia sinistra, perpendicolarmente alla moto, la botta l'ha fatta
girare su se stessa e l'abbrivio della spinta (stava correndo) ha fatto
si che non toccasse assolutamente la moto sul lato sinistro.
A parte il rumore del
botto, impressionante, e il turbinio di peli io non ho sentito nulla, ma
poi ho ritrovato il navigatore quasi sdraiato verso avanti con lo
schermo rivolto in alto, dunque l'animale mi ha fatto rallentare di
colpo.
Siamo ripartiti subito trascorrendo un normalissima e bellissima
giornata di viaggio, 725 km in tutto, siamo a 150 km a est di Roros in
Svezia in un bungalow da gran signori.
Indubbiamente la fortuna mi ha assistito, ovvero il mio Angelo Custode è veramente un drago.
Girare in Scandinavia è bellissimo e poco
pericoloso, ma il rischio renne viene sempre sottovalutato. A me è
capitato quello che ho sempre temuto in un momento in cui mi stavo
comportando bene, a 80 con limite 100, vigile e riposato, in un sole
pieno, in rettilineo e in assenza di traffico e la renna era di media
corporatura.
Si fosse trattato di un grosso maschio non so se sarei qui a digerire la cena preparata da Oscar.
Notare che un'ora dopo si è scatenato un
putiferio di pioggia e vento da far paura e Oscar si è ritrovato un pino
appena caduto ad occupare l'intera strada. Siamo passati nei 20 cm
liberi alla nostra destra.
Poi per metà giornata abbiamo visto altri alberi caduti: insomma oggi grandi avventure.
Riporto qui il racconto di Oscar riguardo l'incidente:
Riporto qui il racconto di Oscar riguardo l'incidente:
Sabato 04 Giugno 2011 – Piena foresta svedese a sud di Jokkmok, ad una settantina di Km. da Arvidsjaur; siamo in sella da circa un’ora, abbiamo concordato di non superare i 100 Km/h, la regione brulica di renne, quasi tutte con il manto bianco che si sta sfilacciando per far posto al pelo più marroncino tipico della stagione estiva; probabilmente la neve è stata presente per molto più tempo del solito e gli animali non hanno ancora completato la muta.
Paolo contrariamente al solito è davanti; penso mentre lo seguo che c’è la possibilità di avvistare delle alci, due anni addietro nella stessa regione, seppur più a sud (Lycksele), ne avvistai appunto per ben due volte, il desiderio e la speranza si fanno largo.
Vorrei superarlo ma preferisco non essere “scortese” allora lo lascio andare rallentando ulteriormente con l’intenzione di interporre fra lui e me almeno 2-3 Km. proseguo tranquillo ma niente alci. Piano piano lo raggiungo perché lui nel frattempo ha rallentato non vedendomi negli specchietti; procediamo ad una distanza di una cinquantina di metri l’uno dall’altro sugli 80 Km/h. quando all’improvviso compaiono a destra sotto la scarpata della sede stradale l’ennesimo gruppetto di renne, ne vedo bene 2 che attraversano la strada velocemente, Paolo rallenta ma non frena e prosegue, all’improvviso ne vedo una terza più piccola che corre verso la scarpata, sale la stessa: “Paolo frena, frena” esclamo; niente da fare lui non la può vedere è ormai troppo a ridosso, per un attimo penso che forse mi tradisce la profondità di campo; avevo invece avuto purtroppo la sensazione giusta, la renna appena entra in strada viene proiettata prima leggermente in alto poi gira su se stessa come un birillo per varie volte sino a fermarsi a mezza costa nell’opposta scarpata.
La RT non ha la benché minima sbandata, del resto la renna è stata sbattuta via dalla collisione e non investita; vedo benissimo Paolo fermarsi piano, nel frattempo la preoccupazione lascia posto alla commiserazione per l’animale; Paolo scende dalla moto e mi appare naturale nei movimenti, lo vedo bene ed allora mi fermo all’altezza del punto di impatto.
Scendo dalla moto, attraverso la strada deserta e la renna, una femmina giovane che ha seguito l’istinto di correre in direzione della due compagne più grandi, è esamine, alza lievemente una zampa e la testa per voler sfuggire da me ma ha la pancia sventrata e tutte le interiora fuoriuscite, morirà in pochi secondi.
Scatto una foto al povero animale e mi accorgo di un pezzo di plastica della moto sulla strada, raggiungo Paolo e cerco di tranquillizzarlo, non è necessario, lui stà bene, mi dice di aver sentito un colpo e visto solo una nuvola di pelo che lo ha invaso.
L’RT riporta meccanicamente solo il radiatore affondato ma fortunatamente non forato, plastiche delle fiancate, parafango e becco rotto, plastica del cruscotto interno anch’essa spaccata.
Un’occhiata su come poter intervenire e la scelta unica è il nastro americano, fascio la moto in modo che le plastiche stiano ben a contatto e non sventolino durante la marcia, parlo con Paolo, gli chiedo se tutto và bene, mi rassicura ancora una volta che stà bene e che in tutti questi anni di Scandinavia mai gli era capitata una cosa del genere considerando anche che eravamo in pieno giorno con il sole e su un rettilineo.
Passa mezz’ora dal momento dell’incidente al momento della ns. ripartenza, non transita nessuno.
Concludiamo che la ruota anteriore dell’RT è entrata sotto la pancia della renna mentre la plastica del piccolo becco anteriore ha fatto da lama sulla pancia del povero animale, la rotazione è avvenuta in quanto lo stesso animale era in corsa e quindi è stato sbalzato all’esterno invece che investito.
Ad Arvidsjaur ci fermiamo al distributore di carburanti per controllare la tenuta della fasciatura; compriamo i generi alimentari necessari anche per il giorno seguente in quanto oggi è sabato e riprendiamo il cammino, iniziato alle 7:20 verso Sud.
Ma oggi è giornata di avventure, da lì a poco il tempo cambia in maniera repentina ed un cielo quasi nero si para davanti alla ns. strada.
Ci fermiamo per indossare le antipioggia consapevoli che un bel temporale ci aspetta, riprendiamo il ns. cammino e veniamo quasi subito inghiottiti dalla foresta; iniziano raffiche di vento consistenti ed una pioggia che ogni goccia sembra un sassolino sul casco, la precipitazione si infittisce al punto che i goccioloni d’acqua cadono a terra e sollevano vapore acqueo che forma una strato nebuloso lungo la strada, la foresta sbuffa nebbia da tutte le parti, è indirizzata verso l’alto ma riesce a nascondere a tratti il nastro asfaltato, la visuale si riduce drasticamente, insomma una non bella situazione, proseguiamo piano intorno ai 50/60 Km/h. e raggiungo, sono infatti davanti, un camper con targa tedesca, potrei passarlo ma la visuale è talmente ridotta che non me la sento, lo seguo per poche decine di metri e vedo che si accendono i suoi stop, lo sfilo allora a sinistra piano pensando che ha intenzione di facilitarmi il sorpasso; macchè, un albero è sdraiato a terra ed occupa quasi tutta la carreggiata, rimangono liberi 20/30 cm. all’estrema destra del nastro asfaltato, piego leggermente a destra e mi butto sull’esiguo spazio senza agire di colpo sui freni, del resto il camper è ormai quasi fermo; supero l’ostacolo credo toccando con la valigia sinistra del fogliame di qualche rametto, Paolo mi imita e superiamo ambedue l’ostacolo.
La pioggia è meno incessante ed abbiamo strada libera davanti ma … il camperista è fermo bloccato e siamo lontani da un centro abitato.
Mi fermo e scendo dalla moto ovviamente, mentre cammino a passo svelto verso la pianta sdraiata a terra faccio cenno al camperista di venire ad aiutarmi, afferro il tronco nella parte terminale, è fino anche se molto lungo e non mi pare sia chissà quanto pesante; il tedesco invece afferra un rametto e con l’effetto elastico non mi aiuta di certo, capisco che non è un tipo “sveglio”.
Troppo pesante la pianta per solo tre persone, non è possibile spostarla allora valuto la larghezza del camper e l’altezza da terra del veicolo e della pianta, gli propongo di avanzare piano tutto sulla destra mentre io e Paolo con il peso del nostro corpo abbasseremo i rami della parte terminale della pianta. E’ fattibilissimo, al massimo le foglie e piccoli ed esili rametti toccheranno il sotto scocca del camper ma avanzando piano non si faranno danni di certo.
Il tedesco mi grida nella sua lingua per me incomprensibile qualcosa ma capisco dalla sua gestualità che mi considera matto se non scemo.
Bene è il segnale di chiusura totale verso la sua stupida persona; guardo bene sua moglie che è rimasta preoccupata nel frattempo in camper e le chiedo scusa con lo sguardo allargando le braccia le mani; al furbo tedesco invece esclamo “Sorry” sorridendo a presa di ... gli giro le spalle e risalgo in moto; Paolo mi chiede cosa fare e gli rispondo “Il tedesco ha detto che aspetterà i Vigili del Fuoco”, metto in moto e lasciamo il tipo bloccato nel nulla della foresta svedese.
Proseguiamo per parecchi Km. senza incontrare nessuno se non altri alberi caduti di più piccole dimensioni; più a Sud, all’interno dei centri abitati, vediamo persone che con grosse motoseghe hanno liberato la strada dalle piante cadute e iniziano a fare legna per il terribile inverno di quassù.
All’interno della foresta le raffiche di vento erano ben avvertibili ma le piante hanno consentito un certo riparo, tuttavia un paio di volte mi sono ritrovato con la moto quasi nell’opposta corsia di marcia.
Scendendo più a Sud il tempo migliora per ns. fortuna ed il sole torna a farci compagnia ma abbiamo passato una mezz’ora quasi d’inferno.
L’aria si fa più fredda a dispetto del cielo sereno ma è gradevole guidare in questa condizioni, numerosi sono i laghetti che scorriamo lungo la strada e mi dico se non è il caso di fare una bella foto alla moto. Ne scelgo uno con la riva in secca e visto che esiste la possibilità di arrivare sulla spiaggia dirigo Titty verso il bagnasciuga.
Errore, grossolano errore: dimentico di disinserire il controllo di trazione e dovendo superare un piccolo cumulo di sabbia il motore non risponde alla manetta come vorrei, la potenza è tagliata e il peso finisce all’anteriore che inevitabilmente si affossa chiudendo lo sterzo verso sinistra.
Poggio i piedi ed ho la moto inclinata, la sorreggo per circa 10 secondi ma sento e sono consapevole che il boxer avrà la meglio; l’accompagno a terra, poggio Titty sulla sabbia ed il paramotore assieme al cilindro e la valigia sinistra fanno scudo sulla sabbia, scavalco la moto con la gamba destra e pieno di rabbia la sollevo di forza; quando arriva Paolo Titty è già in piedi e con il motore acceso; tuttavia ho bisogno del suo aiuto per tirarla dietro di 30 cm. quelli necessari a liberare la ruota anteriore dalla sabbia, tolgo l’ASC e mi piazzo sulla riva, scatto due foto.
Paolo nel frattempo saggia la consistenza del terreno con i piedi indicandomi dove è meglio passare, esco fuori dall’impiccio e riprendiamo il nastro asfaltato, per oggi basta avventure che ne abbiamo avute abbastanza; questa terza poi era proprio cercata.
Oltrepassiamo Ostersund e lasciamo la E45 per dirigerci di nuovo verso la Norvegia; arriviamo a Vendalen alle ore 17:45 dove prendiamo nel locale campeggio una Hytter grandissima per 740 Sek.
La sera intrattengo una video chiamata con mia moglie (Skype) e poi parlo a lungo con Paolo degli accadimenti della giornata; siamo comunque contenti, del resto sostanzialmente per noi tutto è andato per il meglio; il rammarico fortissimo è per la povera renna che invece ha visto carpita la propria vita; purtroppo è toccato a noi esserne stati gli "autori".
Solite cose serali con cena composta da pasta asciutta, poi la consueta doccia e camminata a zonzo lungo la strada ed il campeggio nella quale approfitto per chiamare Sandra ed informarla dell’evolversi della motogita; la sento presa dall’avventura ed interessata agli accadimenti, mi chiede tante cose su come abbiamo trovato quel luogo e/o quella vista, le anticipo dove grosso modo andremo il giorno dopo con riferimento ai viaggi che ha fatto con Giorgio ed ogni volta è un sapore dolce-amaro, ed ogni volta non so neanche io come posso descrivere il mio stato d’animo, ogni volta comunque avverto la sua voglia di moto prorompente ed innata che porta con sé e che aveva lo stesso Giorgio.
Siamo in aperta campagna e iniziamo a vedersi campi coltivati a prato, del resto la foresta già da qualche km. si è fatta più rada e lascia sempre più spazi aperti a pascoli.
Oggi complessivamente percorsi Km. 725 che consentono al progressivo di raggiungere 7500 Km.
domenica 5 giugno
Verso
le 9 a Roros un freddo notevole, tutti i bar aprono alle 11,
ripieghiamo su una stazione Esso che apre alle 10 per un caffè caldo.
Poi una passeggiata verso il tepore che verso sera diventa caldo, a Kongsvinger in un camping in riva a un laghetto.
Poco più di 500 km, sosta due ore prima del solito.
Abbiamo bisogno di rilassarci in vista delle autostrade tedesche.
lunedì 6 giugno
Partiti
da Kongsvinger alle 7,20 ci siamo diretti verso sud, scoprendo una
strada, la 21, che non conoscevo ma che ci era stata segnalata da
Giorgio, che la scoprì al ritorno dalle Lofoten nel 2008.
Ottima strada, fuori dal traffico e dagli itinerari turistici.
Poi via 22 in Svezia, con
pioggia per un'oretta, poi un caldo soffocante fino a Helsingborg,
dove abbiamo traghettato e trovato in autostrada un traffico pazzesco con un caldo altrettanto pazzesco.
dove abbiamo traghettato e trovato in autostrada un traffico pazzesco con un caldo altrettanto pazzesco.
Siamo in un piccolo camping
a 60 km dall'imbarco di Gedser per Rostock, due giorni per arrivare a
casa sono l'ideale essendoci ripromessi di prendercela comoda.
La
mia gomma dietro è da buttare, ho aggiunto 100 cc di olio qualche
giorno fa, aggiungerò quanto ancora mi resta stasera se smette il
diluvio che sta durando da due ore, altrimenti domani.
martedì 7 giugno
Alle 9 siamo in Germania, in assetto pioggia per sciropparci un sacco di autostrada.
In attesa del traghetto a
Gedser alle 6,30 ho aggiunto l’olio motore che mi restava, circa 150
cc. per un totale di rabbocco di 250 cc.
Dopo un’oretta smette di
piovere e per tutto il giorno evitiamo la pioggia per pura fortuna,
inizia a piovere solo quando già abbiamo trovato da dormire in una
Zimmer a sud di Monaco.
Si tratta di una grande
casa colonica che è stata circondata dal paese, restano i due anziani
proprietari, la signora ci fa ricoverare le moto in quella che fu la
stalla, le nostre Mukke sono felici, c’è ancora della paglia dai vecchi
tempi.
Usciamo per cena, troviamo
un bel locale tipico p0i a nanna in due camere comunicanti, Oscar
dormirà in un magnifico letto a baldacchino.
mercoledì 8 giugno
Riprendiamo l’autostrada in Austria dopo due orette di strada normale, superato l’ Achenpass.
Fortunatamente non è caldo, anzi si sta veramente bene con un freschetto stupendo.
Il traffico sull’Autobrennero è da paura, ma ormai anche Austria e Danimarca in autostrada sono trafficate a livello molto alto.
Fino a qualche anno fa
superato Amburgo verso nord il traffico si riduceva gradualmente fino a
ritrovarsi in Paradiso, ora si deve attendere di passare in Norvegia o
Svezia.
Alle 14,30 sono a casa, Oscar si ferma un attimo per salutare Giovanna e alle 17,30 è anche lui a casa sotto un vero diluvio.
Breve filmato
Novembre 2017
Questo resoconto vuole essere un omaggio ad un amico che ci ha lasciati.
Purtroppo Oscar è scomparso tragicamente nel 2017 insieme alla moglie Marinella in seguito a un incidente di cui sono stati entrambi vittime incolpevoli.
Breve filmato
Novembre 2017
Questo resoconto vuole essere un omaggio ad un amico che ci ha lasciati.
Purtroppo Oscar è scomparso tragicamente nel 2017 insieme alla moglie Marinella in seguito a un incidente di cui sono stati entrambi vittime incolpevoli.